Da venerdì 18 a venerdì 25 agosto 2023 (con una gustosa anteprima giovedì 17 agosto) torna Sentieri e Pensieri, il festival letterario giunto al’undicesima edizione, organizzato dal Comune di Santa Maria Maggiore sotto la Direzione Artistica di Bruno Gambarotta.
Oltre 25 ospiti, accompagnati da spalle e moderatori, calcheranno il palco posizionato come sempre nell’incantevole Parco di Villa Antonia. Molti i temi che si affronteranno nella nuova edizione della rassegna organizzata, sostenuta e fortemente voluta dal Comune di Santa Maria Maggiore: dalla scienza ai diritti umani, dall’economia alla cultura, fino a toccare i generi letterari più amati; non mancheranno due spettacoli di grande valore civile e un’ampia sezione di incontri per tutta la famiglia con autori amatissimi.
Per il quarto anno consecutivo la sede principale rimarrà l’incantevole cornice del Parco di Villa Antonia, in caso di maltempo le presentazioni si terranno presso il Teatro Comunale. Gli appuntamenti sono tutti ad ingresso gratuito.
Lunedì 21 agosto alle ore 21 il Direttore Artistico di Sentieri e Pensieri Bruno Gambarotta presenta il suo squisito memoir Fuori Programma (Manni), in un evento realizzato con Fondazione Circolo dei lettori e con ospite speciale Gioele Dix.
Bruno Gambarotta è stato per 40 anni, dal 1962 al 2011, parte della grande famiglia Rai, districandosi, con il suo ironico aplomb, tra capricciose stelle dello spettacolo, grigi funzionari ancorati alle loro scrivanie e ruvide maestranze. In Fuori Programma ha racchiuso le vicende eccezionali vissute nella sua lunga carriera, ricomponendo, con grazia e divertimento, il memoir di un uomo che ha attraversato la seconda metà del Novecento da un osservatorio più unico che raro. Un incontro, quello a Sentieri e Pensieri, reso ancor più speciale dalla presenza sul palco di Gioele Dix, attore, comico e scrittore, nonché amico del Festival e di Bruno Gambarotta, con cui dialogherà per presentare questa sua ultima fatica letteraria.
Posti limitati. Prenotazione del posto fortemente consigliata.
Prenota qui entro le ore 10 di lunedì 21 agosto.
BRUNO GAMBAROTTA è nato ad Asti nel 1937, vive da sempre a Torino.
Ha lavorato in Rai come autore e regista, conduttore e attore di serie televisive. Collabora con diverse testate tra cui “la Stampa” e “TuttoLibri”.
Nella narrativa ha esordito nel 1977 con La nipote scomoda e ha pubblicato vari romanzi, tra cui Ombra di giraffa (Garzanti, 2014). Nel catalogo Manni i racconti Non si piange sul latte macchiato (2016), vincitore del Premio Settembrini e menzione speciale al Premio Stresa, il giallo Il colpo degli uomini d’oro (2018), i romanzi Ero io su quel ponte (2019), La confraternita dell’asino (2020) e L’albero delle teste perdute (2022).
FUORI PROGRAMMA
Dal 1962 al 2011 Bruno Gambarotta ha lavorato in Rai districandosi, con il suo ironico aplomb, tra capricciose stelle dello spettacolo, grigi funzionari ancorati alle loro scrivanie e ruvide maestranze. La sua carriera, iniziata come cameraman, proseguita come programmista e terminata sotto i riflettori delle prime serate, ha accompagnato tutta la parabola del servizio pubblico, dalla Rai pedagogica a quella più commerciale.
In questo libro racconta le vicende eccezionali vissute in quarant’anni di carriera: le gaffes di Celentano che lo portano in diretta in prima serata a Fantastico ‘87 per porvi rimedio; l’irruzione per recuperare un microfono in una stanza dove Paolo VI sta pranzando con un risotto; gli intellettuali con cui lavora e che incontra, da Gore Vidal a La Capria, da Pasolini a Camilleri; le candid camera girate sui treni con Nanni Loy; i giorni trascorsi in casa di Simenon per intervistarlo; le follie registiche di Carmelo Bene; la nascita nella saletta di un bar di Bontà loro con Costanzo; la Cooperativa scrittori al fianco di Zavattini; il ruolo di tinca, ossia di attore che compare solo una volta, in film con i maggiori attori e registi italiani…
In questo libro Gambarotta ricompone, con grazia e divertimento, il memoir di un uomo che ha attraversato la seconda metà del Novecento da un osservatorio più unico che raro, e ci restituisce dall’interno una visione originale della più grande e popolare industria culturale italiana.
Entro per recuperare l’obbiettivo della telecamera e sto per scostare una tenda quando intravvedo che in quella stessa sala le suore hanno allestito un tavolo da pranzo e stanno servendo a Sua Santità un risotto alla milanese, lo riconosco dal color giallo zafferano.
Decido di attendere che il sant’uomo termini in santa pace di mangiare.
Da fuori arriva concitata la voce del caposquadra: «Dove si è cacciato Gambarotta? Se fra dieci minuti non si fa vivo noi andiamo a Betlemme».
Mi faccio coraggio, scosto la tenda ed entro.
Il papa è lì, a tre metri, alza il viso e smette di mangiare.
Gli dico, indicando la scatola rettangolare posata sul pavimento: «Santità, lo zoom».