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Un Bach vigezzino – Le sonate per violino nella revisione di Jean Barbieri
4 Luglio / 21:00
Ingresso a contribuzione responsabileTornano anche nel 2024 gli appuntamenti musicali nella storica sede della rinnovata Scuola di Belle Arti “Rossetti Valentini”. Giovedì 4 luglio alle ore 21 concerto Un Bach vigezzino – Le sonate per violino nella revisione di Jean Barbieri con Davide Besana al violino e Roberto Bassa al pianoforte.
Ritrovamento fortuito nel fondo musicale di una anziana signora, questa revisione delle Sonate per violino di Bach, pur rispettando il testo originale, propone interessanti soluzioni per una migliore resa del testo col pianoforte e fraseggi spericolati quasi jazzistici che rendono l’ascolto curioso ed interessante. Un tentativo di attualizzare con vivezza il testo bachiano, che molte esecuzioni filologiche rendono arido.
Le sonate per violino e cembali di Johann Sebastian Bach
Per Bach il violino fu lo strumento attraverso cui esprimere la più lirica effusione della sua ispirazione, quello a cui ha dedicato molte tra le sue più belle opere.
Ad esso si dedicò sin dalla giovinezza, ma fu a Coethen, al servizio del principe Leopoldo, lui stesso eccellente violinista, che poté svilupparne una profonda conoscenza anche attraverso le opere di molti musicisti internazionali.
È ragionevole supporre che, nel felice soggiorno di Coethen, tra il 1714 e il 1722, egli concepì e mise in forma definitiva le Sei sonate per violino e cembalo.
Si è soliti oggi definire queste sonate per “violino e cembalo” attribuendo un senso di predominio allo strumento ad arco, ma Bach stesso le definì per clavicembalo e violino sottolineando il fatto che lo strumento a tastiera non è mai relegato al ruolo di semplice accompagnatore. In esse è sempre vivo il dialogo tra i due strumenti su di un livello paritetico in cui, sotto la parte del violino la mano sinistra realizza e sviluppa una articolata parte di basso continuo e la mano destra una vera e propria parte di secondo violino.
Quasi tutte le sonate, fa eccezione quella in sol, sono costruite sullo stile delle sonate da chiesa nella alternanza dei tempi lento-veloce-lento-veloce.
Bach realizza una sontuosa sintesi tra gli stili che aveva approfondito a Coethen: quello austero dei musicisti del nord e quello della melodia e della vivacità della scuola italiana, in particolare di Corelli.
La curiosa versione curata dal violinista vigezzino Jean Barbieri, per alcune esecuzioni in case nobili e borghesi della Valle Vigezzoe del Canton Ticino con pianisti vigezzini e ticinesi, si distingue per alcune particolarità
Il dott. Muller attuale proprietario della partitura sottolinea i chiari rimandi (nella linearizzazione della parte pianistica dettata da necessità di chiarezza) ad edizioni romantiche oggi ormai desuete, ma la cui conoscenza evidenzia l’elevato livello culturale degli esecutori. Vi è poi un gusto modernissimo, che alcuni noti esecutori stanno elaborando, per fraseggi compositi e spericolati di sapore quasi jazzistico.
Una versione originale dunque, molto lontana da ogni rigore filologico, ma sicuramente interessante e proiettata ad un futuro da scoprire.
Sonata in si minore BWV 1014
La sonata si apre con un adagio sul quale si muove un recitativo declamato del violino, mentre il pianoforte architetta una serie apparentemente statica di terze e seste. Una soluzione che pare prefigurare la sonata romantica.
Segue un allegro in forma fugata con tema esposto dal violino su poche battute di basso cifrato.
Ecco poi un andante in cui i due strumenti dialogano ininterrottamente su volute ampie e quasi tese all’infinito.
Pare di risentire Vivaldi nel dinamismo del tema a note ribattute proposto dal violino e ripreso dal pianoforte e nello stretto e quasi feroce dialogo che ne segue.
Ingresso a contribuzione responsabile, fino ad esaurimento posti disponibili.